Insonnia

ico insonnia

IL SONNO

LA SUA STRUTTURA E I MECCANISMI CHE LO REGOLANO

Il sonno è suddiviso in due fasi:

  • 1) il sonno-NREM (No Rapid Eye Movements o sonno sincronizzato o a onde lente) caratterizzato da variazioni progressive del tracciato elettroencefalografico consistenti in una minor frequenza e maggior ampiezza delle onde elettroencefalografiche. Il sonno-NREM è suddiviso nei seguenti stadi:
    • STADIO 1: segna il passaggio dalla veglia al sonno ed occupa circa il 5% di tempo di sonno negli adulti in buono stato psicofisico;
    • STADIO 2: caratterizzato da onde elettroencefalografiche chiamate fusi del sonno e complessi k. Occupa circa il 50% del tempo totale di sonno;
    • STADI 3 e 4: rappresentano gli stadi più profondi del sonno e occupano circa il 10-20% di tempo di sonno;
  • 2) il sonno-REM (Rapid Eye Movements o sonno desincronizzato o sonno a onde rapide) è caratterizzato da un'alta frequenza e bassa ampiezza delle onde elettroencefalografiche, da atonia muscolare, da movimenti oculari e dalla presenza di sogni con struttura narrativa. Il sonno-REM occupa il 20-25% del tempo di sonno totale e si ripete ciclicamente durante la notte ogni 80-100 minuti, durando maggiormente verso il mattino.

Il meccanismo responsabile del passaggio dalla veglia al sonno e viceversa risiede nella formazione reticolare, una struttura che si trova nella sostanza centrale del tronco dell'encefalo e che influenza tutte le aree del sistema nervoso centrale e viene da queste influenzata. La formazione reticolare contiene una struttura chiamata sistema reticolare attivante (RAS), deputata al mantenimento dello stato di veglia.

L'attività del RAS viene inibita dalla liberazione di serotonina da parte dei neuroni della regione più interiore del tronco dell'encefalo, con l'effetto di induzione del sonno e la scomparsa del comportamento cosciente. Questi neuroni facilitano anche il centro pontino del sonno REM, il quale a sua volta si ritiene stimoli la captazione di serotonina da parte delle terminazioni dei suoi neuroni. La diminuita concentrazione della serotonina permette al RAS di ripristinare lo stato di veglia, fino a quando i livelli di serotonina non ritornano a inibirla e si ripresenta il sonno.

INSONNIA

DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE

L'insonnia viene definita come la difficoltà a iniziare o a mantenere il sonno, nonchè come un senso di mancato riposo dopo un sonno sia qualitativamente che quantitativamente adeguato.
L'insonnia viene suddivisa nelle seguenti sottocategorie:
  1. INSONNIA PRIMARIA

    L'insonnia si definisce primaria quando non è causata da disturbi mentali o fisici, quando quindi si presenta come un disturbo in sè e per sè senza concomitanti di altra natura.
    L'insonnia primaria di distingue a sua volta in:
    1. INSONNIA INIZIALE

      si tratta di una difficoltà di addormentamento che prevede una veglia di 60-90' prima del sonno. Il criterio minimo per la classificazione di insonnia iniziale è di 30' di veglia per almeno quattro notti su sette. La quantità di tempo impiegata per l'addormentamento viene indicata come latenza del sonno.
    2. INSONNIA DI MANTENIMENTO

      consiste nella incapacità di mantenere lo stato di sonno per tutta la notte. Questo tipo di insonnia può accompagnare la difficoltà di addormentamento o manifestarsi indipendentemente da altri disturbi del sonno. Molto frequentemente si riscontra nei soggetti anziani con risvegli frequenti soprattutto nella seconda metà della notte. Per quantificare l'insonnia di mantenimento si utilizza il parametro dell'efficienza del sonno, che è rappresentato dal rapporto espresso in percentuale tra il tempo totale di sonno e il tempo trascorso a letto. Un significativo disturbo del sonno è rappresentato da un punteggio tra l'85 e l'88%.
    3. INSONNIA TERMINALE

      consiste in un brusco risveglio notturno o di primo mattino a cui segue l'impossibilità di riaddormentamento. L'insonnia terminale è meno frequente rispetto alle precedenti ed è stata considerata un segnale biologico della depressione, anche se in effetti tutti i sottotipi di insonnia possono essere associati ai sintomi della depressione maggiore, in particolare modo nei pazienti di oltre cinquant'anni di età.

  2. INSONNIA SECONDARIA

    Si parla di insonnia secondaria quando il disturbo dipende da sottostanti condizioni mediche o psichiatriche o dall'assunzione di sostanze o alcool. In questo caso il trattamento dell'insonnia è strettamente dipendente dal trattamento della condizione patologica in questione.
    L'insonnia secondaria si suddivide in:
    1. INSONNIA CORRELATA AD ALTRO DISTURBO MENTALE.

      Nel Disturbo Depressivo Maggiore frequentemente l'insonnia si manifesta nella forma iniziale, di mantenimento e terminale. L'EEG di pazienti depressi ambulatoriali evidenzia anormalità nel 40- 60% dei casi, mentre nei pazienti ricoverati si arriva fino al 90% dei casi. Queste anomalie persistono frequentemente anche dopo la remissione dei sintomi e spesso sono fattori prodromici dell'insorgenza di un Episodio Depressivo Maggiore.
      Nel Disturbo d'Ansia Generalizzato si può manifestare difficoltà di addormentamento o bruschi risvegli notturni accompagnati da ruminazioni ansiose.
      Nel Disturbo di Panico gli attacchi possono verificarsi di notte e causare insonnia.
      Durante le esacerbazioni della Schizofrenia e di altri Disturbi Psicotici si presenta spesso una marcata insonnia, ma difficilmente come sintomo elettivo.
      L'insonnia si può anche manifestare nei Disturbi dell'adattamento, nei Disturbi somatoformi e nei Disturbi di personalità.
    2. INSONNIA DOVUTA AD UNA CONDIZIONE MEDICA GENERALE

      L'insonnia può essere riscontrata in numerose condizioni mediche generali e neurologiche, tra cui il Parkinson, malattie cerebro-vascolari, patologie endocrine come nell'ipo- o ipertiroidismo, o in malattie polmonari che prevedono tosse insistente come nella bronchite cronica ed in condizioni di dolore dovuto ad una malattia muscoloscheletrica.
    3. DISTURBO DEL SONNO INDOTTO DA SOSTANZE

      Le classi di sostanze che in un soggetto intossicato o in astinenza producono l'insorgenza di un disturbo del sonno sono: alcool, amfetamine, caffeina, cocaina, oppiacei e sedativi, ipnotici ed ansiolitici.
      Durante l'intossicazione acuta dovuta all'assunzione di alcool, si verifica un effetto sedativo immediato che dura tre o quattro ore, a cui segue un incremento della vigilanza, sonno senza riposo e frequentemente sogni vividi ed ansiogeni, causati da un aumento del sonno-REM. L'alcool può aggravare il Disturbo del Sonno Correlato alla Respirazione, aumentando le apnee ostruttive notturne. Durante l'astinenza alcolica, il sonno è generalmente molto frammentato e scarsamente ristoratore. Aumenta inoltre il sonno-REM causando sogni molto vividi. Questi disturbi del sonno persistono per settimane, alle volte anche anni dopo l'astinenza.
      Le amfetamine e gli stimolanti correlati, la caffeina, e la cocaina producono insonnia durante l'intossicazione e ipersonnia durante l'astinenza.
      Gli oppiacei producono generalmente sonnolenza e un aumentato senso soggettivo della profondità del sonno, con scarsa modificazione della vigilanza e del tempo totale. La somministrazione continuata causa tolleranza agli effetti sedativi e può insorgere insonnia accompagnata da maggior vigilanza e diminuizione del tempo totale di sonno.
      I sedativi, gli ipnotici e gli ansiolitici producono effetti variabili a seconda della durata di azione e dell'emivita. Durante l'intossicazione i farmaci sedativi-ipnotici generano un incremento della sonnolenza e un decremento della vigilanza. L'uso cronico causa tolleranza con conseguente ritorno dell'insonnia, mentre un aumento eccessivo della dose può provocare ipersonnia diurna. I farmaci sedativi-ipnotici possono aggravare il Disturbo del Sonno Correlato alla Respirazione, generando un incremento della frequenza e gravità delle apnee notturne. L'astinenza può generare insonnia, ansia, tremori e atassia.
    4. INSONNIA SPECIFICA

      L'insonnia specifica è causata da un Disturbo del Sonno correlato alla Respirazione, dal Disturbo da Mioclonie Notturne e dalla Sindrome Idiopatica delle Gambe Senza Riposo.
IL DISTURBO DEL SONNO CORRELATO ALLA RESPIRAZIONE comprende la sindrome apnoica ostruttiva del sonno, la sindrome apnoica centrale e la sindrome ipoventilatoria alveolare centrale.Per sindrome apnoica ostruttiva si intende un'irregolarità respiratoria, per la quale il respiro si interrompe e poi riprende a causa di una ostruzione delle vie aeree superiori. Il criterio minimo per la diagnosi di apnea notturna è di 30 episodi della durata di almeno 10 secondi per notte o almeno cinque periodi di apnea in un' ora di sonno. Nei casi più gravi il respiro può cessare per più di un minuto e causare cianosi. Le apnee di solito si verificano negli stadi 1 e 2 del sonno-REM e soprattutto nell'apnea ostruttiva, il sonno profondo può risultare ridotto a causa dei frequenti risvegli. Le apnee notturne sono frequentemente presenti in soggetti obesi e in soggetti di oltre sessant'anni di età e sono accompagnate da un russare molto rumoroso, fame d'aria, improvviso ritorno ad un respiro normale, gemiti, borbottii, movimenti di tutto il corpo, sonnolenza diurna e cefalea al risveglio. La sindrome apnoica centrale implica la cessazione della ventilazione durante il sonno senza ostruzione delle vie aeree. Si riscontra soprattutto in persone anziane affette da patologie cardiache o neurologiche che interessano la regolazione della ventilazione. La sindrome ipoventilatoria alveolare centrale è caratterizzata dalla compromissione del controllo della ventilazione e implica bassi livelli di ossigeno arterioso che peggiorano ulteriormente il sonno. E' frequentemente associata ad un consistente sovrappeso.
Le MIOCLONIE NOTTURNE consistono in periodiche contrazioni involontarie dei muscoli delle gambe che ovviamente disturbano il sonno di chi ne soffre. Tali contrazioni durano svariati secondi a cui poi segue il rilassamento e dopo circa 30 secondi riprende la contrazione. Questo disturbo del sonno generalmente compare dopo i cinquant'anni di età.
LA SINDROME IDIOPATICA DELLE GAMBE SENZA RIPOSO comprende sensazioni fastidiose o irrequietezza principalmente nelle gambe, ma possono essere coinvolte anche le braccia. Tali sensazioni producono un intenso bisogno di movimento, che infatti attenua il fastidio. Diventa dunque impossibile rimanere a letto e spesso molto sgradevole il ritornarvi.


TRATTAMENTO

TRATTAMENTO NON SPECIFICO


Il primo passo verso la terapia dell'insonnia riguarda consigli su come gestire il proprio sonno da un punto di vista ambientale e comportamentale e informazioni sulla struttura e funzione del sonno. Questo primo intervento educazionale si adatta a tutti i tipi di insonnia, ma non è risolutivo se svolto in assenza di altri interventi più specifici.
Il trattamento copre le seguenti aree:
  • AREA COGNITIVA

    E' importante che l'insonne conosca i processi del sonno, la normale variabilità dell'andamento del sonno e i cambiamenti nella durata e struttura che si verificano con l'aumentare dell'età.
  • AREA COMPORTAMENTALE

    Vi sono abitudini diurne che hanno un impatto più o meno marcato sul sonno notturno. Esse riguardano i seguenti ambiti:
    1. ESERCIZIO FISICO: è opinione comune che l'attività fisica causando stanchezza promuova il sonno. In realtà non ci sono evidenze sperimentali in tal senso. Al contrario l'esercizio fisico fatto prima di dormire può addirittura peggiorare l'insonnia.
    2. USO DI SOSTANZE, DI BEVANDE E DI CIBO: la caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale e in quanto tale può disturbare il sonno. Chi soffre di insonnia non dovrebbe dunque superare due tazza di caffè al giorno o assumere caffè decaffeinato almeno nelle ore serali. Occorre però tenere presente che l'effetto disturbante del caffè non è dato dall'orario in cui la caffeina viene assunta, ma dalla quantità cumulativa di caffè assunto nell'arco della giornata. Di conseguenza il caffè decaffeinato dopo cena preceduto da quattro tazze di caffè durante il giorno, previene ben poco un'eventuale insonnia notturna.
      La nicotina, così come la caffeina, produce un effetto stimolante sul sistema nervoso centrale e può contribuire al mantenimento dell'insonnia. Anche in questo caso è una questione di quantità di nicotina assunta durante il giorno. Miglioramenti nell'insonnia si sono infatti registrati solo in accaniti fumatori dopo che hanno smesso di fumare.
      L'alcool è spesso utilizzato per procurare sonno in quanto agendo come depressivo sul SNC promuove un rapido addormentamento. L'alcool però agisce come le benzodiazepine, ossia causa una diminuizione del sonno REM e del sonno profondo e produce una notevole frammentazione del sonno. In soggetti forti bevitori si verifica poi la stessa sindrome di ritorno dei farmaci ipnotici, che include il rebound del sonno REM, sonno irregolare ed innalzamento dell'ansietà diurna.
      Vi sono infine antichi rimedi contro l'insonnia che riguardano l'assunzione di bevande ritenute calmanti e quindi soporifere. Tra questi il più noto è il latte tiepido assunto prima di dormire. Riguardo alla funzione soporifera del latte come sostanza in sè, non ci sono evidenze sperimentali che supportino tale tesi. Anche la camomilla viene spesso bevuta prima di andare a letto per le note proprietà calmanti, ma senz'altro non sufficienti per trattare l'insonnia. Particolare attenzione deve essere posta nei confronti dell'assunzione di bevande prima del sonno perchè riempiendo la vescica potrebbero costringere ad alzarsi dal letto nel cuore della notte con conseguente difficoltà di riaddormentamento.
      Infine è importante tenere presente che gli spuntini notturni sono da evitare accuratamente, in modo tale che non ci si abitui a mangiare di notte e che tale abitudine causi il risveglio.
  • AREA AMBIENTALE

    All'insonne si consiglia generalmente di dormire in una stanza opportunamente riscaldata e poco illuminata, in un letto comodo e possibilmente senza partner rumorosi. Riguardo ai rumori, disturbano il sonno i suoni bruschi e improvvisi, mentre lo agevolano tutti i suoni monotoni e ripetitivi, come ad esempio la pioggia.
    Altri accorgimenti per migliorare la qualità del sonno sono:
    1. Coricarsi e alzarsi sempre alla medesima ora anche nei giorni festivi.
    2. Elaborare una routine da svolgere ogni sera prima di andare a letto.
    3. Utilizzare il letto solo per dormire evitando di leggere o di guardare la televisione a letto.
    4. Praticare attività fisica con regolarità.
    5. Fare un bagno caldo una o due ore prima di coricarsi e rimanere nell'acqua circa 20 minuti.

TRATTAMENTO SPECIFICO

  • TRATTAMENTO BASATO SULLE TECNICHE DI RILASSAMENTO

    La terapia dell'insonnia basata sulle tecniche di rilassamento parte dal presupposto che la tensione psicofisica e l'ansia impediscano l'abbandono al sonno, condizione questa assolutamente necessaria per un rapido ed efficace addormentamento. Le tecniche di rilassamento utilizzate per l'insonnia sono: il rilassamento progressivo di Jacobson, il training autogeno, l'ipnorelax e il biofeedback.
  • TRATTAMENTO COGNITIVO

    1. INTENZIONE PARADOSSALE
      Consiste nel tentativo di perseverare il disturbo anziché combatterlo. L'insonne tenta di porre il sonno sotto il controllo volontario e questo causa un' attivazione del sistema nervoso centrale che inibisce il rilassamento e impedisce l'addormentamento. La percezione dell'attivazione causa inoltre uno stato d'ansia, acuito dalla preoccupazione per le conseguenze diurne delle ore di sonno perse. Si stabilisce così un circolo vizioso che inizia con il controllo del sonno e prosegue con l'aumento dell'arousal, ansia di prestazione, sforzo di dormire, fallimento, insonnia ed ansia anticipatoria.
      L'intenzione paradossale, che si estrinseca essenzialmente nell'obiettivo di restare sveglio, agisce evitando l'ansia di prestazione, che si sviluppa con lo sforzo di controllare un processo che dovrebbe essere del tutto involontario. Caratteristica dell'intenzione paradossale che ne favorisce l'efficacia è il modo umoristico in cui viene formulata, in modo tale che si impari a distanziarsi dalle proprie difficoltà e a decatastrofizzarne il vissuto relativo. Importante è inoltre sottolineare il carattere di passività insito nel rimanere svegli, per non ricadere nello stesso processo di controllo che caratterizza il tentativo di dormire. La meta non è infatti quella di arrivare ad una deprivazione del sonno, ma quella di eliminare l'ansia e la conseguente attivazione fisiologica incompatibile con il sonno. L'intenzione paradossale non è efficace quando l'attenzione mentale non è sul processo del sonno in sè e per sè, ma su pensieri di varia natura che non si riescono ad arrestare.
    2. TECNICHE DI CONTROLLO COGNITIVO
      Sono mirate alla interruzione dell'attività cognitiva nel periodo che precede il sonno. L'attività mentale, anche se di contenuto positivo, genera infatti un'attivazione psicofisica che può disturbare l'addormentamento. I pensieri, che innalzano l'arousal generale, possono spaziare dalla valutazione della giornata trascorsa e dalla pianificazione di quella futura, a pensieri intrusivi con forte carica ansiogena, spesso presenti in periodi di particolare stress o nel disturbo ossessivo compulsivo o depressivo.
    3. RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
      La ristrutturazione cognitiva ha, come scopo iniziale, quello di valutare le conoscenze del soggetto riguardo ai normali processi del sonno e di svolgere un' azione pedagogica là dove vengano evidenziate lacune significative.
      Con la ristrutturazione cognitiva vengono inoltre trattati i pensieri disturbanti o intrusivi che caratterizzano le serate e le nottate e ne impediscono il sonno. In questo caso la terapia si sposta dal problema dell'insonnia a caratteristiche personologiche che possono influire sul sonno o sull'addormentamento. Generalmente si tiene un diario dei pensieri disfunzionali che compaiono prima di dormire o dopo un risveglio notturno. Successivamente vengono prese in considerazione le tematiche principali che sottendono tali pensieri e viene valutata la necessità di un'azione terapeutica specifica.
  • TRATTAMENTO COMPORTAMENTALE

    1. IL CONTROLLO DELLO STIMOLO
      Il trattamento elaborato in ambito comportamentale è il controllo da parte dello stimolo, il cui paradigma si basa sull'assunto che il comportamento sia in relazione con situazioni antecedenti (stimoli discriminativi) che determinano la probabilità di azione in quel determinato modo in quel determinato momento. E' dunque possibile individuare quali stimoli controllano l'agire dell'individuo e quindi alterare l'ambiente circostante al fine di ottenere l'eliminazione dei comportamenti indesiderati. Nel caso in cui i comportamenti siano invece generalizzati a ogni circostanza e abbiano perso il legame con lo stimolo per essi discriminativo, occorre restringere il controllo da parte dello stimolo. E' ad esempio il caso dell'insonne che dorme davanti alla televisione, piuttosto che sulla poltrona o sul divano al pomeriggio. Si agisce in questo caso limitando il sonno a quella situazione, a quell'orario e in quel determinato letto. La meta della terapia è quindi quella di rendere il letto e la camera da letto gli stimoli controllanti il sonno e per ottenere questo risultato si consigliano le seguenti abitudini comportamentali:
    2. SDRAIARSI CON L'INTENTO DI DORMIRE SOLO QUANDO SI E' VERAMENTE STANCHI E ASSONNATI
      Sentirsi stanchi e assonnati è probabilmente il più importante stimolo discriminativo per il sonno. L'insonne dovrebbe dunque coricarsi quando viene colto da un significativo senso di stanchezza accompagnato da un intenso bisogno di dormire. Deve invece evitare di andare a letto a orari prestabiliti o quando non sa più come passare il tempo, o ancora evitare di anticipare il momento del riposo con la speranza di recuperare il sonno perduto la notte precedente.
      La decisione di dormire in base alla stanchezza e sonno percepiti, deve comunque rispettare un limite di orario stabilito in terapia, prima del quale è bene che non ci si corichi. Un soggetto che dorme in media sei ore per notte sarebbe infatti molto penalizzato ad addormentarsi alle ore 21, in quanto il risveglio si aggirerebbe attorno alle 3 del mattino. Occorre quindi tenere conto dell'ora di risveglio abituale e delle ore di sonno che caratterizzano comunemente le notti, e in base a questi fattori calcolare un orario serale, da anticipare al massimo di un'ora, in cui si può andare a letto e dormire in caso di sonno e stanchezza.
    3. USARE IL LETTO E LA CAMERA DA LETTO ESCLUSIVAMENTE PER DORMIRE
      Nella camera da letto l'insonne dovrebbe evitare di svolgere attività che innalzano l'arousal generale e quindi incompatibili con il sonno. Esempi di tali comportamenti da bandire sono leggere a letto, guardare la televisione, discutere con il partner, fumare, bere, mangiare o parlare al telefono. L'evitamento di attività nel luogo in cui si dorme crea una discontinuità tra l'ambiente in cui si sta svegli e quello in cui si può dormire e rende il letto una situazione stimolo solo per il sonno.
      Viene anche consigliato di svolgere azioni routinarie ogni sera nello stesso ordine. Ad esempio chiudere la porta di casa, lavarsi i denti, puntare la sveglia e così via. Queste azioni diventano con il tempo segnali per il sonno e aiutano ad ottenere un rapido addormentamento.
    4. ALZARSI DAL LETTO NEL CASO IN CUI NON SI RIESCA A PRENDERE SONNO
      Si consiglia di rimanere svegli a letto al massimo per 10', poi di cambiare stanza per evitare di associare il letto allo stato di veglia e all'esperienza frustrante del mancato addormentamento.La prescrizione riguardante i 10' non deve però essere considerata in modo rigido, perché guardare l'orologio per aderire a questa regola può esacerbare l'insonnia.
      La stessa strategia deve essere adottata anche dopo un risveglio notturno. Ci si deve alzare, andare in un'altra stanza e svolgere attività rilassanti, tra cui meglio escludere l'assunzione di bevande o di cibo, perché a lungo andare potrebbe crearsi un bisogno fisiologico di bere o mangiare in grado causare il risveglio all'ora in cui ci si è abituati a saziarsi e a dissetarsi.
      Il ritorno a letto deve essere infine determinato dal senso di stanchezza e di sonno (regola n.1) e una volta a letto ci si deve astenere dal fare qualsiasi cosa se non spegnere la luce e chiudere gli occhi (regola n. 2).
    5. IN CASO DI INSONNIA SUCCESSIVA A UN GIA' AVVENUTO PERIODO DI VEGLIA, RIALZARSI DAL LETTO E ANDARE ANCORA IN UN'ALTRA STANZA
    6. ALZARSI AL MATTINO SEMPRE ALLO STESSO ORARIO
      L'abitudine di alzarsi sempre alla stessa ora contribuisce a sviluppare un preciso ritmo biologico del sonno e della veglia. La stessa norma va seguita anche durante il week-end, almeno fino a che non si è stabilito un nuovo pattern di sonno. Viene comunque consigliato di non dormire oltre l'ora in più rispetto alla norma, per non spezzare un ritmo che non facilmente si ricostituisce.
      L'orario del risveglio deve tenere conto delle esigenze lavorative o comunque quotidiane, ma spesso capita che da quando ci si alza a quando ad esempio si esce di casa ci sia un lasso di tempo piuttosto lungo. In questo caso viene stabilito durante la terapia come utilizzare positivamente il tempo in eccesso, per evitare che diventi frustrante quindi poco rinforzante un risveglio stabilito con una certa precisione.
      Importante è sottolineare che solo l'ora in cui si punta la sveglia deve essere stabilita e mai quella dell'addormentamento, che deve basarsi esclusivamente sul proprio senso di stanchezza e di sonno (regola n 1). Questo comporta che se si vuole per qualche motivo anticipare di un'ora il risveglio, non si deve anticipare di un'ora anche il momento in cui va a letto, ma si deve sempre rispettare la propria predisposizione fisiologica al sonno.
    7. EVITARE I SONNELLINI
      I sonnellini soprattutto pomeridiani e serali sono caratterizzati da una maggiore quantità di sonno profondo e da una minore quantità di sonno REM e causano un aumento di sonno leggero e di sonno REM, nonché un maggior numero di risvegli nella notte successiva.

“Ti cammino sul cuore,
ed è un trovarsi d'astri
in arcipelaghi insonni,
notte, fraterni a me…”.

Salvatore Quasimodo,
Dammi il mio giorno

curare l'insonnia

Donatella Bielli

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Via Pasteur 2, 27029 Vigevano
Appuntamenti al 328 4266235

© 2024, Donatella Bielli Psicologa - PI: 13395030151 - Numero iscrizione Ordine Psicologi della Lombardia 4441 - pec: donatella.bielli.243@psypec.it

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