Disagi adolescenziali

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PROBLEMATICHE ADOLESCENZIALI

Il termine “adolescenza” deriva dal latino “adolescere”, ossia “crescere”. L’adolescenza è infatti un periodo di crescita molto delicato che porta, tramite passaggi successivi, all’assunzione delle proprie responsabilità, all’autonomia, all’elaborazione di criteri valoriali e alla progettualità nella vita.

La costante trasformazione da bambini ad adolescenti a livello mentale e corporeo induce frequenti cambiamenti nel modo di vedere e intendere se stessi e gli eventi, tanto da rendere instabile l’assetto emotivo, cognitivo e comportamentale. Modificazioni sono tipiche anche del periodo infantile ma in questo caso il bambino non è impegnato ad attribuire un senso alla propria crescita. L’adolescente al contrario si trova immerso nella necessità di dare un significato alle trasformazioni a cui è soggetto e trattandosi di trasformazioni, spesso egli è indotto a sentirsi instabile e volubile nonché dubbioso su varie tematiche di vita, quali la propria identità, l’orientamento sessuale, ciò che piace o dispiace nella propria esistenza e così via.

Gli ambiti evolutivi tipici di questa fase e in cui si possono verificare situazioni problematiche sono:

  1. Maturazione dell’identità personale. L’adolescente è coinvolto in un'impegnativa ricerca del senso da attribuire alla propria soggettività, ossia alle caratteristiche fisiche e mentali che si vanno man mano delineando, alle proprie aspettative, credenze e sogni, al senso di diversità personale ma anche di appartenenza al gruppo dei coetanei e più estesamente al mondo circostante. Durante l’infanzia tutti questi elementi vengono dati per scontati e non certo causa di alcuna riflessione. Diverso invece è l’approccio dell’adolescente in cerca della risposta alla fatidica domanda: ”chi sono? Non è facile dare una risposta, forse nemmeno in età adulta, ma tanto meno quando il periodo di vita è ricco di cambiamenti, primo fra tutti la modificazione del rapporto con i genitori, prima vissuti come un prolungamento della propria identità personale e ora invece come un ostacolo all’emergere della stessa.
  2. Maturazione dell’identità sociale. Nell’adolescente l’identità sociale si stabilisce con la frequentazione del gruppo dei coetanei, in cui avvengono le prime esperienze di identificazione con un ruolo e con la necessità di sviluppare sia la propria individualità sia la capacità di adattamento al gruppo, accettandone le regole e i criteri di inclusione. In questo percorso può succedere che l’adolescente non riesca a integrarsi opportunamente, vivendo esperienze di esclusione molto dolorose, con risvolti anche drammatici in base alla gravità dei motivi dell’esclusione e dei comportamenti dei coetanei, che, come ci raccontano i fatti di cronaca, posso arrivare ad atti di vera crudeltà.
  3. Accettazione delle modificazioni fisiche. Il corpo che cambia e si trasforma, spesso in contrapposizione all’immagine desiderata e culturalmente promossa, può portare alla non accettazione della propria forma fisica e, in soggetti predisposti, allo sviluppo di disturbi alimentari.
  4. Sviluppo e mantenimento dell’identità di genere e delle preferenze sessuali. L’identità di genere è il sentirsi appartenere al proprio sesso da un punto di vista fisico e psicologico. Le preferenze sessuali sono rappresentate dalla scelta di un partner di sesso opposto o uguale al proprio. Tali elementi dello sviluppo dell’adolescente sono ingenerati dalla maturazione fisica, che rende preponderante la sfera sessuale e l’affettività ad essa connessa.
  5. Maturazione della capacità di progettazione e sviluppo di sistemi motivazionali interni all’individuo. L’adolescente ha, rispetto al bambino, una maggiore capacità di proiezione nel futuro. Il bambino infatti è orientato principalmente nel presente ed è concentrato sul soddisfacimento di bisogni contingenti. L’adolescente inizia a orientarsi verso la direzione di un abbozzo di progettazione più a lungo termine. Iscriversi a una scuola piuttosto che un’altra, significa avere già in mente più o meno quale potrebbe essere il futuro dopo le superiori, se universitario o lavorativo. Idee che ovviamente poi possono essere cambiate in corso d’opera, come spesso accade. A prescindere dai cambiamenti, in ogni caso il ragazzo e la ragazza iniziano a sviluppare una progettualità di più ampio respiro rispetto al passato, i cui risultati vengono raggiunti grazie a un sistema motivazionale che non è più solo esterno, ossia basato sui rinforzi e premi da parte dei genitori. L’ adolescente inizia infatti a motivarsi in autonomia rispetto alla necessità di un impegno e sacrificio per l’ottenimento di un qualunque risultato, sia esso sportivo, sociale o scolastico.

In questo complesso quadro di crescita e di sviluppo psicofisico occorre prestare attenzione ai seguenti segnali, che possono denotare problematiche di varia natura:

  1. Esagerata conflittualità con i genitori e difficoltà degli stessi nella gestione del figlio
  2. Problematiche legate all’alimentazione
  3. Incapacità di accettare il proprio corpo
  4. Difficoltà ad automotivarsi e a progettare il futuro per lo meno a breve termine.
  5. Senso di inadeguatezza e scarso senso di autoefficacia
  6. Difficoltà scolastiche a livello di rendimento e abbandoni
  7. Isolamento e difficoltà di inserimento nel gruppo dei pari.
  8. Utilizzo di sostanze stupefacenti e/o abuso di alcol
  9. Incertezze circa la propria identità di genere e circa il proprio orientamento sessuale.
  10. Aggressività e rabbia espressa in modo esagerato rispetto agli stimoli

Non ultimo l’adolescenza è l’età in cui può esordire la vasta gamma di disturbi psicopatologici per i quali il soggetto ha una specifica vulnerabilità. Disturbi d’ansia, depressivi, alimentari, ossessivo-compulsivi e così via.

Nel caso in cui i genitori notassero comportamenti patologici nel figlio, è bene intervenire con una certa tempestività per evitare che la sintomatologia peggiori e diventi sempre più invalidante. Il cervello di un giovane è inoltre molto più plastico rispetto a quello di un adulto e ciò garantisce migliori effetti nel trattamento farmacologico e/o psicoterapeutico.

"Un giovane andò una volta da un vecchio eremita e gli chiese una norma per vivere. L'eremita rispose: «Tendi verso il raggiungibile». L'adolescente ringraziò e disse che, se non era indiscreto, avrebbe voluto da lui un'altra parola ancora che gli servisse di viatico per la sua strada. Allora l'eremita aggiunse al primo consiglio il secondo: «Tendi verso l'irraggiungibile".

Ernst Junger

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Donatella Bielli

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Via Pasteur 2, 27029 Vigevano
Appuntamenti al 328 4266235

© 2024, Donatella Bielli Psicologa - PI: 13395030151 - Numero iscrizione Ordine Psicologi della Lombardia 4441 - pec: donatella.bielli.243@psypec.it

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