PROBLEMATICHE ADOLESCENZIALI
Il termine “adolescenza” deriva dal latino “adolescere”, ossia “crescere”. L’adolescenza è infatti un periodo di crescita molto delicato che porta, tramite passaggi successivi, all’assunzione delle proprie responsabilità, all’autonomia, all’elaborazione di criteri valoriali e alla progettualità nella vita.
La costante trasformazione da bambini ad adolescenti a livello mentale e corporeo induce frequenti cambiamenti nel modo di vedere e intendere se stessi e gli eventi, tanto da rendere instabile l’assetto emotivo, cognitivo e comportamentale. Modificazioni sono tipiche anche del periodo infantile ma in questo caso il bambino non è impegnato ad attribuire un senso alla propria crescita. L’adolescente al contrario si trova immerso nella necessità di dare un significato alle trasformazioni a cui è soggetto e trattandosi di trasformazioni, spesso egli è indotto a sentirsi instabile e volubile nonché dubbioso su varie tematiche di vita, quali la propria identità, l’orientamento sessuale, ciò che piace o dispiace nella propria esistenza e così via.
Gli ambiti evolutivi tipici di questa fase e in cui si possono verificare situazioni problematiche sono:
- Maturazione dell’identità personale. L’adolescente è coinvolto in un'impegnativa ricerca del senso da attribuire alla propria soggettività, ossia alle caratteristiche fisiche e mentali che si vanno man mano delineando, alle proprie aspettative, credenze e sogni, al senso di diversità personale ma anche di appartenenza al gruppo dei coetanei e più estesamente al mondo circostante. Durante l’infanzia tutti questi elementi vengono dati per scontati e non certo causa di alcuna riflessione. Diverso invece è l’approccio dell’adolescente in cerca della risposta alla fatidica domanda: ”chi sono? Non è facile dare una risposta, forse nemmeno in età adulta, ma tanto meno quando il periodo di vita è ricco di cambiamenti, primo fra tutti la modificazione del rapporto con i genitori, prima vissuti come un prolungamento della propria identità personale e ora invece come un ostacolo all’emergere della stessa.
- Maturazione dell’identità sociale. Nell’adolescente l’identità sociale si stabilisce con la frequentazione del gruppo dei coetanei, in cui avvengono le prime esperienze di identificazione con un ruolo e con la necessità di sviluppare sia la propria individualità sia la capacità di adattamento al gruppo, accettandone le regole e i criteri di inclusione. In questo percorso può succedere che l’adolescente non riesca a integrarsi opportunamente, vivendo esperienze di esclusione molto dolorose, con risvolti anche drammatici in base alla gravità dei motivi dell’esclusione e dei comportamenti dei coetanei, che, come ci raccontano i fatti di cronaca, posso arrivare ad atti di vera crudeltà.
- Accettazione delle modificazioni fisiche. Il corpo che cambia e si trasforma, spesso in contrapposizione all’immagine desiderata e culturalmente promossa, può portare alla non accettazione della propria forma fisica e, in soggetti predisposti, allo sviluppo di disturbi alimentari.
- Sviluppo e mantenimento dell’identità di genere e delle preferenze sessuali. L’identità di genere è il sentirsi appartenere al proprio sesso da un punto di vista fisico e psicologico. Le preferenze sessuali sono rappresentate dalla scelta di un partner di sesso opposto o uguale al proprio. Tali elementi dello sviluppo dell’adolescente sono ingenerati dalla maturazione fisica, che rende preponderante la sfera sessuale e l’affettività ad essa connessa.
- Maturazione della capacità di progettazione e sviluppo di sistemi motivazionali interni all’individuo. L’adolescente ha, rispetto al bambino, una maggiore capacità di proiezione nel futuro. Il bambino infatti è orientato principalmente nel presente ed è concentrato sul soddisfacimento di bisogni contingenti. L’adolescente inizia a orientarsi verso la direzione di un abbozzo di progettazione più a lungo termine. Iscriversi a una scuola piuttosto che un’altra, significa avere già in mente più o meno quale potrebbe essere il futuro dopo le superiori, se universitario o lavorativo. Idee che ovviamente poi possono essere cambiate in corso d’opera, come spesso accade. A prescindere dai cambiamenti, in ogni caso il ragazzo e la ragazza iniziano a sviluppare una progettualità di più ampio respiro rispetto al passato, i cui risultati vengono raggiunti grazie a un sistema motivazionale che non è più solo esterno, ossia basato sui rinforzi e premi da parte dei genitori. L’ adolescente inizia infatti a motivarsi in autonomia rispetto alla necessità di un impegno e sacrificio per l’ottenimento di un qualunque risultato, sia esso sportivo, sociale o scolastico.
In questo complesso quadro di crescita e di sviluppo psicofisico occorre prestare attenzione ai seguenti segnali, che possono denotare problematiche di varia natura:
- Esagerata conflittualità con i genitori e difficoltà degli stessi nella gestione del figlio
- Problematiche legate all’alimentazione
- Incapacità di accettare il proprio corpo
- Difficoltà ad automotivarsi e a progettare il futuro per lo meno a breve termine.
- Senso di inadeguatezza e scarso senso di autoefficacia
- Difficoltà scolastiche a livello di rendimento e abbandoni
- Isolamento e difficoltà di inserimento nel gruppo dei pari.
- Utilizzo di sostanze stupefacenti e/o abuso di alcol
- Incertezze circa la propria identità di genere e circa il proprio orientamento sessuale.
- Aggressività e rabbia espressa in modo esagerato rispetto agli stimoli
Non ultimo l’adolescenza è l’età in cui può esordire la vasta gamma di disturbi psicopatologici per i quali il soggetto ha una specifica vulnerabilità. Disturbi d’ansia, depressivi, alimentari, ossessivo-compulsivi e così via.
Nel caso in cui i genitori notassero comportamenti patologici nel figlio, è bene intervenire con una certa tempestività per evitare che la sintomatologia peggiori e diventi sempre più invalidante. Il cervello di un giovane è inoltre molto più plastico rispetto a quello di un adulto e ciò garantisce migliori effetti nel trattamento farmacologico e/o psicoterapeutico.