Trattamento dell'obesità

ico obesità

Secondo i dati Istat relativi a un’indagine del 2015 emerge che il 35% della popolazione adulta è in sovrappeso e una persona su 10 è obesa. Ulteriori risultati riguardano la maggiore percentuale di persone con problematiche di peso man mano che sale l’età ( 46% tra i 65 e i 74 anni) e la diffusione di eccesso ponderale soprattutto tra gli uomini rispetto alle donne.

L’obesità e il sovrappeso sono in aumento anche tra bambini e adolescenti, dato da non sottovalutare visto che l’obesità infantile è un fattore elevato di rischio per l’obesità in età adulta.

Determinare il sovrappeso:

Per determinare quale sia il sovrappeso, occorre misurare:

  1. Indice di massa corporea (IMC)


    Rappresenta il parametro utilizzato per determinare il sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità rispetto alla media delle persone. Nel suo utilizzo occorre tenere presente la singola composizione corporea. Una persona che sviluppa molto i muscoli attraverso un’intensa attività fisica, avrà un IMC alto ma determinato non dal grasso ma dalla massa magra..

    L’ IMC si ricava dal peso diviso l’altezza al quadrato (peso/altezza x altezza).

    Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità, la classificazione del peso secondo l’indice di massa corporea è la seguente:

    IMC inferiore a 18,5 sottopeso
    IMC tra 18,5 - 24,9
    25,0 – 29,9
    30,0 – 34,9
    35,0 – 39,9
    normopeso
    sovrappeso
    obesità di primo grado
    obesità di secondo grado
    IMC superiore a 139,9 obesità di terzo grado
  1. Circonferenza addominale

    Misura quanto grasso è depositato a livello addominale ed è un fattore predittivo della possibilità di sviluppare patologie cardiovascolari.
  1. Plicometria

    Serve a valutare la percentuale di massa grassa tramite un plicometro.
  1. Calorimetria indiretta

    Misura il dispendio energetico in una situazione di riposo. In altre parole misura le calorie necessarie per le funzioni vitali e permette di strutturare una dieta secondo le esigenze nutrizionali del soggetto.
  1. Bioimpedenzometria (BIA)

    Misura la composizione del corpo a livello di massa grassa, magra e liquidi, nonché lo stato nutrizionale. Il peso può dipendere infatti dalla quantità d’acqua presente in esso, ad esempio peserà di più in caso di ritenzione idrica, e dalla quantità di muscoli e grasso. Determinare le varie componenti permette di individuare la reale composizione del corpo e in base ad essa strutturare l’intervento nutrizionale o l’attività fisica più appropriata


Cause di sovrappeso e obesità.

Il sovrappeso è dovuto alla maggiore quantità di calorie assunte rispetto a quelle bruciate. Interagiscono però anche altri fattori nella sua determinazione:

Fattori genetici: la genetica ha una sua specifica influenza sulla quantità di grasso accumulato e su dove esso viene depositato, prevalentemente sulla pancia o sui glutei e cosce. La genetica condiziona anche la modalità più o meno efficace di conversione del cibo in calorie e il modo in cui il corpo è in grado di bruciare le calorie durante lo svolgimento di attività fisica.
Obesità infantile: l’obesità infantile è un fattore di rischio molto importante da valutare per l’alta correlazione con lo sviluppo della stessa problematica in età adulta.
Famigliari obesi: se il padre o la madre o entrambi hanno problemi di obesità, con una buona probabilità il figlio/a avrà lo stesso problema, sia per la condizione genetica favorente sia per fattori di tipo ambientale, come una dieta troppo calorica e scarsa attività fisica.
Genere: le donne sono più a rischio nello sviluppo di obesità, perché hanno meno massa muscolare rispetto agli uomini e per questo bruciano meno calorie. La menopausa causa inoltre variazioni ormonali e tiroidee che possono incidere sul peso. In gravidanza l’aumento di peso può essere superiore alle reali necessità e causare poi difficoltà nel perderlo dopo il parto.
Età: man mano che aumenta l’età aumenta il rischio di sovrappeso e obesità, sia per la minore quantità di movimento sia perché si riduce la massa muscolare che è la parte del corpo che brucia più calorie.
Stile di vita sedentario: il movimento accelera il metabolismo e vengano bruciate più calorie. Condurre una vita sedentaria e assumere più calorie di quante ne vengono bruciate, provoca un aumento della massa grassa perché le calorie non trasformate in energia, vengono accumulate nei depositi adiposi.
Scorretto regime alimentare: mangiare in eccesso, in modo disordinato e cibi molto calorici (condimenti, cibi ricchi di grassi e di zuccheri, bibite gassate) causa un inevitabile aumento di peso.
Farmaci: alcuni farmaci, come gli antidepressivi triciclici, gli antiepilettici, l’insulina, alcuni farmaci per la cura dell’ipertensione, possono causare problemi di peso come effetto collaterale.
Smettere di fumare: la nicotina aumenta la velocità con cui il corpo brucia le calorie e rende i sapori meno intensi, perché agisce sulle papille gustative, quindi diventa meno soddisfacente mangiare e se ne riduce il desiderio. Togliere la nicotina, per quanto auspicabile e salutare, è una decisione da programmare anche in funzione del possibile aumento di peso. Non ultimo va tenuto presente che il soggetto che non fuma, spesso sente il bisogno di sostituire la sigaretta con qualcosa da mangiare, finendo per nutrirsi in modo disordinato e costante durante tutto l’arco della giornata.
Patologie fisiche: tra le varie patologie fisiche correlate all’aumento di peso si ricordano: scarso funzionamento tiroideo, sindrome di Cushing, ipertensione, alti livelli di glicemia, alti livelli di trigliceridi e di colesterolo LDL e bassi di HDL.

Il decremento ponderale è fondamentale nel caso in cui il soggetto soffra delle seguenti patologie o vi sia famigliarità a riguardo:

  • Diabete
  • Obesità
  • Ipertensione
  • Malattie cardiovascolari
  • Problemi respiratori
  • Disturbi osteoarticolari

Conseguenze fisiche dell’obesità

Il sovrappeso ha un impatto negativo sulla salute perché aumenta il rischio di varie patologie:

  • Diabete tipo 2
  • Tumori
  • Patologie cardiovascolari
  • Ipertensione
  • Problematiche respiratorie
  • Calcoli biliari
  • Ictus
  • Problemi di fertilità e possibili complicanze durante la gravidanza
  • Artrosi precoce
  • Alterazioni ormonali

Conseguenze sociali e psicologiche dell’obesità

Nelle società occidentali si valorizza la magrezza e si stigmatizza invece il sovrappeso e l’obesità. Si parla infatti di wheight bias, ossia pregiudizio sul peso, per indicare un comportamento dettato dal pregiudizio nei confronti della persona obesa. Già alle scuole elementari i bambini attribuiscono caratteristiche personologiche negative ai coetanei in sovrappeso, spesso vittime di bullismo ed emarginazione, esperienze queste che di certo non contribuiscono alla formazione di una buona autostima e immagine di sé.

La medesima discriminazione continua poi in età adulta nei vari ambiti sociali e lavorativi frequentati dalla persona, spesso anche all’interno della propria famiglia.

L’ambito in cui l’obesità crea rilevanti problemi è quello relazionale e affettivo, in cui non di rado anche amici e conoscenti possono fare batture sarcastiche, di cattivo gusto e offensive. La sfera sessuale è spesso compromessa e i limiti legati alle possibilità di movimento del soggetto obeso, lo rendono meno coinvolgibile in attività non sedentarie. Questo allontana ed esclude dagli altri e non ultimo causa in circolo vizioso difficile da spezzare; le difficoltà di movimento causano una minor possibilità di fare ciò che gli altri fanno e ciò peggiora la sedentarietà e l’aumento di peso. Vengono anche spesso evitate palestre e piscine per la paura di essere giudicati e osservati e questo non aiuta nella necessaria attività fisica al fine di perdere peso.

L’obesità causa inoltre un costante stato di frustrazione e malessere legato alle oggettive impossibilità di usufruire di spazi dedicati a una corporatura media, come i mezzi pubblici, le sedie nei locali e la difficoltà nel trovare idonei capi di abbigliamento.

Il pregiudizio sul peso e le situazioni che si vanno a creare nella vita sociale della persona obesa sono fonte di stress e tale condizione di disagio psicofisico porta frequentemente ad aumentare il consumo di cibo come strumento per affrontarla. Si instaura quindi un circolo vizioso che parte dal peso eccessivo e torna ad esso attraverso un approccio alimentare disfunzionale causato anche dagli stati emotivi negativi.

L’obesità, in quanto fattore che espone al pregiudizio, è frequentemente accompagnata da ansia, depressione, immagine corporea negativa, bassa autostima.

TRATTAMENTO DELL’OBESITA’

Il trattamento cognitivo-comportamentale dell’obesità ha come scopo la perdita di peso e il mantenimento del peso raggiunto e prevede la collaborazione di più specialisti: psicoterapeuta, nutrizionista, psichiatra e medico curante nel caso ci sia da valutare l’aspetto medico.

Il peso ragionevole.

Perdere il 10% del proprio peso corporeo in un lasso di tempo di circa 6 mesi, riduce il rischio da un punto di vista medico legato all’obesità.

Dopo i primi 6 mesi si passa al mantenimento del peso raggiunto per altri 6 e successivamente si può pensare di diminuire ancora lentamente di qualche kg. Questo schema di diminuzione del peso in eccesso è quello che risulta essere il più funzionale per il mantenimento del peso raggiunto.

Mantenimento del peso raggiunto

Mantenere il peso raggiunto è il compito più difficile del trattamento e va trattato con molta cura a livello di prevenzione delle ricadute.

Il trattamento si basa su:

Preliminarmente:

si analizzano i fattori che possono avere contribuito all’obesità. Si esamina quindi lo stile di vita, il regime alimentare e il contesto generale in cui il soggetto vive e lavora. Si prende in considerazione anche il quadro medico e psicologico, in modo tale che eventuali disturbi che possono causare sovrappeso possano essere opportunamente valutati. Vengono considerati anche i farmaci assunti ed eventuale presenza di disturbi psicopatologici.

Psicoeducazione

Vengono spiegati il percorso terapeutico e le conseguenze fisiche e psicologiche dell’obesità. Si introducono poi i concetti principali del trattamento (peso ragionevole, indice di massa corporea ecc)

Diario alimentare

Serve per monitorare l’assunzione di cibo e per rendere consapevole il soggetto di cosa e come mangia.

Cambiamento dell’alimentazione quotidiana

Si basa sull’ovvia diminuzione dell’apporto calorico e sull’acquisizione di un’alimentazione sana. Le diete drastiche sono altamente sconsigliate, perché causano alla loro interruzione il rapido ripristino dei chili persi e possono, in soggetti predisposti, far emergere componenti psicopatologiche, quali abbuffate o tematiche ossessive relative al cibo.

Incremento dell’attività fisica

E' una parte fondamentale del programma di trattamento, perché permette di bruciare calorie e aumenta la massa muscolare magra. Per aumentare il livello di attività si utilizza l’esercizio fisico mirato e aumentato gradualmente in base alla migliore resistenza fisica via via ottenuta.
Importante è anche condurre una vita più attiva, come ad esempio posteggiare lontano e camminare, fare le scale anziché prendere l’ascensore, evitare quando possibile i mezzi di trasporto e così via.

Controllo degli stimoli che inducono un eccesso alimentare

Si considerano opportune modificazioni nel modo di fare la spesa, di riporre il cibo, di cucinarlo e servirlo in tavola. Durante il pasto si impara a mangiare lentamente e a non distrarsi guardando la TV o facendo altro. Si apprende inoltre a mangiare sempre nello stesso posto, ossia seduti in cucina al tavolo e non in giro per la casa. Dopo il pasto, si considera come riporre il cibo in modo funzionale rispetto alla problematica.

Attenzione ai segnali biologici della fame e della sazietà

Spesso si mangia e si continua a mangiare non per fame ma perché è semplicemente ora di pranzo o cena oppure perché si è tristi, ansiosi, arrabbiati o perché mentre si mangia non si ascolta la sazietà del corpo. Si deve imparare quindi a essere consapevoli dei segnali biologici e a rispettarli.

Modificazioni cognitive

Vi sono molteplici pensieri disfunzionali rispetto all’alimentazione che possono rendere più complesso il processo di dimagrimento e talvolta impedirlo. Alcuni sono soggettivi, altri tipici della condizione di obesità e necessità di impegnarsi nel processo di cambiamento. Esempi sono: “visto che ho sgarrato, tanto vale andare avanti”; “sono troppo stressato, meglio rimandare il programma a quando sarò più tranquillo”; “non perdo velocemente peso, tanto vale non faccia questa fatica” e così via.
Tali pensieri vengono razionalizzati e formulati in forma più utile ed efficace.

Apprendimento di una migliore gestione delle emozioni

Le emozioni negative spesso spingono ad assumere cibo con valenza consolatoria o distraente. E’ opportuno quindi imparare a gestirle in modi differenti e più funzionali.

Problem solving

E' una tecnica di risoluzione di problemi molto efficace per far fronte a situazioni che possono essere rischiose per eventuali ricadute o sgarri eccessivi.

"C’è un solo angolo dell’universo che puoi esser certo di poter migliorare, e questo sei tu."

Aldous Huxley

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Donatella Bielli

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Via Pasteur 2, 27029 Vigevano
Appuntamenti al 328 4266235

© 2024, Donatella Bielli Psicologa - PI: 13395030151 - Numero iscrizione Ordine Psicologi della Lombardia 4441 - pec: donatella.bielli.243@psypec.it

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