La fibromialgia (FM) è caratterizzata da dolore cronico muscolo-scheletrico diffuso nel corpo e da sintomi extra-scheletrici riguardanti vari organi.

E’ la terza malattia reumatica per diffusione presente soprattutto nel sesso femminile.

DIAGNOSI

Non ci sono manifestazioni cliniche che si manifestino all’esame obiettivo, tanto quanto i valori del sangue non sono alterati dalla patologia e le radiografie non evidenziano nulla di anomalo. Non di meno il dolore è reale, anche se spesso sminuito nella sua tangibilità proprio dai medici, che non di rado rimandano al paziente la sensazione di non essere creduto.

Fino al 2010 la diagnosi verteva sulla presenza di 11 punti dolorosi alla loro pressione (tender points). Stabilito il criterio piuttosto arbitrario di questa metodologia d’indagine, si è passati nel 2010 ( nuovi criteri diagnostici dell’American College of Rheumatology) all’utilizzo di scale che valutano l’intensità del dolore (Widespread Pain Index) e la severità delle condizioni cliniche della FM (Symptom Severity Scale).

SINTOMATOLOGIA

I sintomi fisici sono molteplici:

  • dolore cronico diffuso che può diventare così intenso da interferire con le comuni attività quotidiane. Il dolore può anche essere causato da stimoli poco intensi, come andare addosso leggermente a un tavolo o indossare un paio di jeans aderenti.
  • Stanchezza e affaticabilità,
  • Rigidità soprattutto al mattino dopo l’inattività della notte.
  • Disturbi del sonno. Sono molto comuni. Implicano insonnia da addormentamento e da risveglio, nonché il sonno non è ristoratore, per via della contrazione muscolare anche notturna e del fatto che le fasi profonde del sonno NREM sono disturbate.
  • Eccessiva sensibilità agli stimoli sensoriali esterni (luce, rumori, caldo, freddo)
  • Colon irritabile.
  • Sindrome delle gambe senza riposo.
  • disturbi urinari che implicano un’esagerata necessità di urinare in assenza di problematiche batteriche o problemi alla prostata.
  • problematiche sessuali.
  • mal di testa.
  • disfunzioni cognitive quali difficoltà di concentrazione e di memoria, di ricordare nomi e di evocare le parole che si vogliono dire, incapacità di fare più cose insieme (fibro fog, fibro nebbia)

I sintomi psicologici sono:

  • ansia e depressione.
  • Tendenza a una generale visione catastrofica, pessimismo,

IPOTESI DIAGNOSTICHE

Come già specificato, non ci sono cause certe e note a cui far risalire la FM ma ipotesi che risultano più ragionevoli e probabili di altre.

  • iperattivazione del sistema simpatico
  • alterazione di vari neurotrasmettitori, tra cui serotonina, noradrenalina, dopamina, che modulano il dolore e regolano il sonno.
  • disfunzione cerebrale della percezione del dolore

COMORBILITA’ CON I DISTURBI PSICHIATRICI

La fibromialgia è frequentemente associata a un quadro psicopatologico. In particolare:

  • depressione: si ipotizza che la fibromialgia e la depressione abbiano la medesima alterazione del sistema nervoso centrale e che questo spieghi l’associazione spesso osservata tra le due condizioni.
  • attacchi di panico con o senza agorafobia (la paura di allontanarsi da luoghi ritenuti sicuri e il conseguente evitamento di situazioni, in cui, nel caso di un attacco, si è soli nell’affrontarlo o si ritiene imbarazzante mostrarsi in condizioni di ansia acuta)
  • disturbo post traumatico da stress: si tratta di un disturbo che subentra dopo l’esposizione a eventi che hanno messo in pericolo la vita e l’integrità fisica propria o altrui.

 

TRATTAMENTO FARMACOLOGICO

I farmaci prevalentemente utilizzati nel trattamento della fibromialgia sono gli antidepressivi SSRI, che inibiscono la ricaptazione della serotonina e ne garantiscono una maggiore quantità. Un’altra categoria di antidepressivi usati inibisce la ricaptazione sia della serotonina che della noradrenalina. Ulteriore categoria farmacologica sono gli antiepilettici e gli analgesici centrali.

TRATTAMENTO PSICOTERAPEUTICO

Accanto alla terapia farmacologica i programmi di intervento psicoterapeutico hanno una comprovata efficacia nel trattamento di una sintomatologia così complessa e stressante. Questo perché la fibromialgia risente di molti fattori che se ben gestiti rendono la patologia meno invalidante.

In questo ambito ci si concentra su:

  • psicoeducazione svolta sul paziente e la famiglia: importante è sapere di cosa si soffre e far sì che anche l’ambiente famigliare lo sappia così che possa dare il giusto aiuto e supporto.
  • lo stile di vita:
    • sonno: lavorare su una buona igiene del sonno è molto importante visto che una buona parte di pazienti fibromialgici non ha un sonno ristoratore e presenta disturbi di vario genere. In tale ambito, oltre a favorire buoni condizioni per dormire con più facilità, si insegnano tecniche di rilassamento per favorire l’addormentamento e tecniche di gestione della mente per evitare di rimuginare prima di dormire. Altrettanto importanti sono alcuni accorgimenti alimentari, come evitare o ridurre la caffeina, teina e nicotina che interferiscono con il sonno.
  • aspetto alimentare: importante anche dal punto di vista del peso corporeo. Di certo essere sovrappeso e avere un’alimentazione scorretta sono elementi non auspicabili. Programmi di mindful eating aiutano a mangiare in modo consapevole, ossia controllando le motivazioni emotive che spesso inducono a mangiare in eccesso, e ad alimentarsi concentrandosi su tutto il processo alimentare anziché mangiare in fretta e in modo disattento, essendo questo il modo migliore per cadere negli eccessi o nella scelta di alimenti scorretti se non dannosi da un punto di vista nutrizionale.
  • attività fisica: spesso accade che chi sente dolore non fa attività fisica temendo di peggiorare la situazione algica. Attività aerobica (cammino, nuoto, bicicletta) è invece molto utile sotto vari punti di vista. Aiuta infatti il sonno, aumenta il tono dell’umore e permette il mantenimento di una buona forma fisica e se svolta con modalità congrue con il quadro clinico individuale non incide sulla patologia in senso negativo.

Utili sono anche gli esercizi di stretching e il controllo della propria postura, in particolar modo quando si lavora per molto tempo seduti.

  • buona gestione ed evitamento dello stress: lo stress non è salutare per nessun individuo, tantomeno lo è per chi soffre di fibromialgia. Utile è analizzare tutte quelle condizioni di vita che causano stress ed evitare quelle evitabili. Spesso infatti non ci rendiamo conto che alcune nostre abitudini o situazioni possono essere in qualche modo vissute in altri modi, delegando o cercando altre possibilità di vita. Per trovare soluzioni in questi casi uno strumento necessario è il problem solving, una tecnica strutturata per la risoluzione di vari problemi e situazioni. Talvolta lo stress non è però evitabile e in questo caso esistono tecniche in grado di gestirlo meglio così che impatti meno a livello psicofisico.

Efficaci i programmi basati sulla mindfluness per la gestione dello stress. Gli esercizi di meditazione che li caratterizzano hanno infatti una benefica influenza a livello psicofisico; migliorano il sonno, diminuiscono l’ansia e la tensione e riducono l’impatto del dolore nella vita quotidiana.

  • gestione dell’eventuale ansia e degli aspetti depressivi: le tecniche di gestione dell’ansia vengono introdotte nei casi in cui la fibromialgia causi una sintomatologia ansiosa o nel caso in cui essa sia già presente come vulnerabilità preesistente e la fibromialgia ne acuisca l’intensità.

Per quanto riguarda gli aspetti depressivi, se ne considera il vissuto cognitivo ed emotivo riguardanti sia la patologia sia altre tematiche di vita, nonchè le loro conseguenze comportamentali.

Anche per gli aspetti più clinici un valido aiuto viene dai protocolli mindfulness e ACT (Acceptance and Committment Therapy). Viene insegnato con questi strumenti ad ancorarsi nel presente quando la mente viaggia in pensieri non funzionali e a non lottare contro il dolore, bensì a togliere la concentrazione da esso, in quanto la lotta ne aumenta l’intensità. Non ultimo viene insegnato a non vedere e considerare la vita attraverso il proprio dolore ma a guardare il dolore con meno coinvolgimento emotivo possibile affinchè non sia lui a determinare le scelte di vita.

© 2024, Donatella Bielli Psicologa - PI: 13395030151 - Numero iscrizione Ordine Psicologi della Lombardia 4441 - pec: donatella.bielli.243@psypec.it

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